Racconto Del Marocco: Cosa Vedere | Alla Ricerca Del Viaggio

Il nostro viaggio in Marocco è iniziato dall’aeroporto di Roma Fiumicino dove ci siamo imbarcati per Casablanca il 26 dicembre. Il gruppo di 15 è vario e si crea subito una bella atmosfera.
È stato un viaggio di grandi spostamenti in bus (quasi 1500 km) che ci ha permesso di scoprire un luogo autentico fatto di paesaggi suggestivi e gente accogliente, contrapposti ai luoghi turistici più conosciuti.
Il Marocco è un paese ricco di bellezza e cultura, abitato da un mix unico di arabi, berberi e africani. Le ripetute colonizzazioni di vari popoli, tra cui Romani, Arabi, Francesi e Spagnoli hanno reso il popolo adattabile e pacifico. Qui si respira un’aria di armonia e tolleranza.
Mi ha colpito la grande presenza di gatti e cani apparentemente randagi ma accuditi dalla comunità. Si avvicinano senza timore all’uomo alla ricerca di cibo e coccole. Ciò mi fa pensare che non subiscano vessazioni a conferma della grande umanità di questo popolo.

Ogni giorno ci ha riservato esperienze che ci hanno arricchito, che provo a riassumere qui.

Marocco: cosa vedere

La bellezza delle città imperiali coi i loro sfarzi e decori 

Le città imperiali sono maestose e bellissime con colori sgargianti, decori sfarzosi e la minuziosità delle decorazioni e delle geometrie di stile moresco che si possono ammirare nei luoghi di culto e nei palazzi antichi.

Rabat ci ha affascinato perché è un intreccio di architetture e di culture berbera, araba, andalusa ed europea. La Muraglia degli Andalusi costruita in argilla nel 1600 affascina per la sua imponenza e la Kasba degli Oudaia è un mondo a sé, quasi sospeso nel tempo, piena di muri azzurri e portoni colorati dove i gatti la fanno da padroni.
La torre di Hassan, di mattoni rossi, si staglia in un cielo azzurro ed è il minareto di una moschea rimasta incompiuta, accanto alla quale sorge il moderno Mausoleo di Mohammed V.

Meknes, con la sua medina frutto di una incredibile mescolanza di stili architettonici e la Piazza el-Hedim, è incantevole. La piazza brulicante di commerci, bancarelle colorate e artisti che si esibiscono con serpenti e animali vari ci diverte. Per caso scopriamo una bellissima terrazza sospesa sulla piazza. Il palazzo ha interni splendidamente decorati con mosaici e colonne.

Fes ci ha colpito per la sua aria antica. È famosa per i suoi artigiani e la loro manualità. Lavorano ancora secondo le vecchie tradizioni senza l’uso di macchinari moderni.
Fes è rinomata per le sue ceramiche e per la concia dei pellami. Siamo stati rapiti dalla visita alle concerie e dalla descrizione dei procedimenti di lavorazione delle pelli, fatti ancora in modo naturale e senza l’uso di coloranti chimici. La visita ad una fabbrica di ceramiche ci ha permesso di apprendere le tecniche manuali utilizzate dai ceramisti, che intagliano a mano i singoli pezzi colorati utilizzati per creare mosaici secondo la tecnica ZELLIGE (guarda il video Youtube di nowmorocco.com Magazine  Travel interactive and multimedia magazine:  Morocco In Motion – L’art du zellige / The art of zellige, une co-production Editions Amabilis Maroc Sarl et © Amabilis Inc. (Canada) Musique: Brightside Studio), che permette di assemblare le piastrelline tagliate per riprodurre un disegno geometrico a mosaico. Qui ci siamo davvero divertiti a comprare ogni sorta di souvenir dipinto a mano.

Marrakech, turistica, caotica e vociante. La piazza Jemaa El fna, il souk, la medina. Un turbinio di mercanti, incantatori di serpenti, venditori di souvenir e dentisti coi loro banchetti pieni di denti e dentiere. È un brulicare di voci, colori e profumi. Ma solo dal pomeriggio in poi. Noi che l’abbiamo girata sia di mattina (quasi deserta) e verso il tramonto, abbiamo potuto assaporare una trasformazione inaspettata.

Casablanca città coloniale francese, mescola stile moresco e Art decò europeo. Ci affascina per il suo lungomare. La spiaggia è sabbiosa e molto estesa. Ci ricorda la costa riminese con i suoi stabilimenti balneari e i locali alla moda. Qui ci fermiamo a mangiare sul lungomare e per la gioia di tutti, per la prima volta dopo tanti giorni, ci offrono una cucina più europea a base di pesce e pizza.
La moschea di Hassan costruita in parte sull’acqua, è immensa ed imponente e può contenere fino a 100 mila fedeli. Scopriamo  che è costata 800 milioni di dollari e che è costruita con l’intento di promuovere la pace di tutti i popoli. A tale dimostrazione è l’unica moschea in cui anche i non mussulmani possono entrare e al suo interno e contiene simboli religiosi di diversi culti.

I costumi e le tradizioni locali
Abbiamo potuto immergerci nella loro cultura in diverse occasioni:

Al Ritz’s Cafè di Casablanca, famoso per i suoi decori interni e per la musica jazz.
I canti e balli dei berberi nel campo tendato del deserto di Merzouga, vestiti in modo tradizionale ci hanno coinvolto, coi loro balli liberatori e il divertimento allo stato puro con le percussioni.

Da Chez Ali a Marrakech abbiamo mangiato in una location suggestiva, con spettacoli berberi, arabi, africani e danzatrici del ventre e assistendo ad una scenografica parata folkloristica coi cavalli. I fuochi d’artificio finali, scenografici e colorati ci han ricordato le tradizioni italiane del Capodanno.

Il pranzo marocchino tipico in un Riad privato, dove siamo stati accolti dai padroni di casa che ci hanno servito prelibatezze tipiche (tajine e cous-cous!!) nella loro casa.

I colori e i profumi dei souks e delle medine piene di viuzze labirintiche si imprimono nella memoria.
Le piazze animate e piene di spezie, i colori e gli animali esotici, i mercanti che ti fermano ad ogni angolo per venderti qualcosa.
Le moschee sfarzose ed imponenti.
La quiete dei giardini dei riad con le fontane e i mosaici colorati e le piante rigogliose cariche di fiori e frutti.

La magia del deserto che con il suo silenzio e la vastità dell’orizzonte, le sabbie rosse e i colori vividi riconnette con l’essenza dell’esistenza.
L’esperienza nel deserto di Merzouga è stata di una bellezza unica. Siamo arrivati verso il tramonto e dopo una gara divertente e spericolata in 4X4 sulle dune, la sorpresa dell’inaspettata cammellata di quasi un’ora alla volta del campo tendato, ci ha deliziato. L’atmosfera era incantata per via del silenzio, del paesaggio di un ocra/rosso cangiante, dato dalle dune di sabbia inondate dalla luce del tramonto. È stata un’esperienza magica. Al nostro arrivo al campo tendato, accolti dai tuareg, riuniti intorno ad un falò, ci siamo ritemprati con un tè caldo alla menta. L’atmosfera fiabesca del campo immerso nel buio del deserto era suggestiva. Il lusso delle tende, fornite di ogni comfort compresa l’acqua corrente e il riscaldamento ci hanno lasciato stupefatti.
Che emozione ammirare una stellata immensa nel cielo notturno così limpido. La via lattea sembra così vicina da poterla toccare e diverse stelle cadenti ci regalano momenti fortunati.

La varietà del paesaggio dell’Atlante

Con le immense distese brulle e dai colori cangianti, intervallate da valli rigogliose con oasi e corsi d’acqua e pendii rocciosi spogli e innevati. A tratti ricordano le valli del gran Canyon e le montagne dell’Australia (Ayers Rock).

Le gole di Todra. Un canyon dell’Alto Atlante dove il fiume Todra e il fiume Dades hanno scavato una gola spettacolare tra le rocce. Ci siamo arrivati nel tardo pomeriggio e il sole arancione colorava le cime rocciose con sfumature rosse.

Ait-Ben-Haddou è una città fortificata che sorge su una collina lungo il fiume Ouarzazate. La città si erge suggestiva e isolata coi suoi colori argillosi esempio di architettura tradizionale del sud. Le abitazioni sembrano essere piccoli castelli con torri decorate. Ci siamo arrivati molto presto e la cittadina ancora deserta ci ha permesso di ammirare i paesaggi della valle, il silenzio e l’aria mattutina frizzantina.  A piedi abbiamo disceso la cittadella arrivando al letto del fiume, pieno di ragazzini intenti a giocare lungo le sue acque.

Il passo Tizi N’Tichka a 2260 mt, un paesaggio brullo e desertico che ci ha infreddolito. Così in fretta e furia abbiamo comprato minerali e cristalli di selenite che si trovano in quelle valli per ripartire alla volta di Marrakech.

Ifrane, la svizzera del Marocco e le sue scimmie mangione e sfrontate. Meravigliati  dall’ordine, dall’architettura delle case e dalla vegetazione alpina che ricordano la Svizzera. Anche i prezzi (!) sono esclusivi. Poco dopo la cittadina, in una valle che si apre rigogliosa le scimmie sfrontate e impavide ci hanno fatto ridere. Vivono nel bosco a bordo strada e si divertono ad aspettare i turisti che gli portano da mangiare. Abituate all’uomo sono dispettose e affamate e rubano il cibo dalle mani.

Racconto di viaggio della nostra accompagnatrice Nadia
Tour Marocco dal 26 Dicembre 2018 al 3 Gennaio 2019

About the author

Mi occupo di ideare e programmare nuove proposte di itinerari che condivido con la mia socia, collega e amica Maddalena, organizzare i servizi e prossimamente di accompagnare i nostri viaggi di gruppo (sono mamma di un bimbo piccolo, ma che sto già abituando a viaggiare in modo che mi possa seguire nelle prossime avventure).

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